Assopam scrive ad Oam ed Abi
Egr. Dott. Lucchetti,
con la presente, in qualità di presidente dell’Assopam, mi pregio presentarLe la scrivente associazione e gli obiettivi che intende perseguire in sinergica collaborazione con l’OAM.
Costituita a Roma, in data 8 settembre 2014, Assopam è nata con l’intento di tutelare i diritti di tutti gli operatori del credito iscritti nell’elenco dell’Organismo degli Agenti e dei Mediatori (OAM). L’iniziativa nasce dalla necessità di costituire un organizzazione che possa tutelare e dar voce alle categorie dei mediatori creditizi e degli agenti in attività finanziaria, collaboratori compresi, che incontrano ogni giorno innumerevoli difficoltà nello svolgimento del proprio lavoro a seguito dell’entrata in vigore della riforma di settore (dlgs 141/2010), che al contrario doveva riformare, ordinare e normare. In sintesi, il legislatore doveva e voleva disciplinare in maniera organica e riorganizzarlo attraverso la creazione di un organismo, l’OAM, deputato alla gestione degli elenchi dei mediatori creditizi e degli agenti in attività finanziaria. La summenzionata normativa ha infatti fissato i nuovi requisiti per lo svolgimento della professione di mediatore ed agente del settore credito al fine di tutelare il cliente finale, depurando il mercato dei cosiddetti “consulenti finanziari” da anomalie operative che lo caratterizzavano. I nuovi operatori del settore finanziario, siano essi agenti in attività finanziaria o società di mediazione creditizia collaboratori compresi, nonostante il rispetto della nuove regole e soprattutto l’immutata passione, professionalità e serietà con cui continuano a condurre il proprio lavoro, incontrano quotidianamente forze avverse e, principalmente, ignote da parte della maggioranza degli intermediari finanziari, i quali sembrano ignorare le nuove regole dettate del dlgs 141.2010 e le più elementari leggi di mercato e concorrenza, più precisamente le difficoltà operative nascono soprattutto dalla volontà degli istituti bancari e/o finanziari di rifiutare richieste di collaborazione, anche senza mandato ed ai sensi della nuova riforma, sulla base di criteri che rimangono ignoti o sulla base di motivazioni prive di fondamento.
Per tutto quanto appena scritto, chiedo di fissare un incontro a stretto giro, se possibile in presenza di un rappresentante Abi al fine di discernere dei problemi (molto spesso ignorati) che la nostra categoria (piccoli agenti e piccole società di mediazione collaboratori compresi) incontra quotidianamente e, soprattutto, per comprendere gli interventi da effettuare per giungere a soluzioni condivise ed efficaci. Il dlgs 141.2010 ha avviato formalmente la riforma della professione, come associazione rappresentante tali professionisti, chiedo all'organismo che ci rappresenta di intervenire al fine di dare maggior concretezza alla nuova normativa. Lo scopo dell’associazione non vuole essere meramente istituzionale, ma di promotore del dialogo tra tutti gli istituti rappresentanti gli operatori del mercato del credito (OAM, ABI, ASSILEA, AFI, ecc.) per discutere degli interventi da attuare affinchè il dgls 141.2010 non rimanga soltanto un’utopia, ma permetta concretamente di operare in un nuovo mercato all’insegna della professionalità, lealtà e trasparenza tra tutti gli attori coinvolti.
Le principali e più urgenti tematiche da trattare sono le seguenti:
Il riconoscimento del ruolo della società di mediazione Creditizia nel rapporto tra banca e cliente: riconoscimento del contrattato di mediazione quale atto che autorizza il mediatore ad operare nell’interesse del cliente finale ed in sinergia con l’intermediario finanziario prescelto.
Condividere un modello unico che comprenda tutta la documentazione che il cliente deve firmare “mandato, privacy, modulo antiriciclaggio, foglio informativo, scheda raccolta dati cliente ecc.” con l’onere da parte degli uffici OAM nel mettere a disposizione tali documenti a tutti gli associati “ciò renderà più trasparente l’operato di tutti gli iscritti”.
Far comprendere agli Istituti di Credito che le società di mediazione creditizia non hanno necessità di un formale mandato per svolgere il proprio lavoro perché le stesse non hanno nessuna funzione di rappresentanza, ma bensì si limitano a mettere in contatto il cliente e gli eventuali Istituti di Credito!!!
Far comprendere agli Istituti di Credito che le società di mediazione creditizia essendo non rappresentative possono scegliere liberamente di portare i propri clienti in qualsiasi Istituto di Credito esistente in Europa e pertanto devono necessariamente poter accedere a tutti i siti degli Istituti di Credito Eroganti per poter svolgere il proprio lavoro e pertanto devono poter estrapolare via web:
schede prodotto
fogli informativi
avviso alla clientela
spese accessorie tassi ecc “al fine di poter creare un preventivo con relativo modulo SECCI nel rispetto delle norme vigenti”
Informazioni varie “Rating, sede legale, numero filiali, ecc.”
Vorremmo sollecitare l’OAM e l’ABI a farsi carico nel far comprendere con una circolare da inviare a tutti gli Istituti di Credito Eroganti che gli attuali soggetti iscritti “società e collaboratori un tempo 310.000 oggi poco più di 16.000” sono frutto di una grande scrematura e pertanto gli stessi devono essere giudicati PROFESSIONISTI DEL CREDITO conformi alle attuali disposizione legislative “il ciò dovrebbe evitare eventuali abusi e discriminazioni da parte degli Istituti di Credito eroganti nel prediligere alcuni collaboratori e/o società anziché di altri”
Vorremmo far capire alle banche, che una società di capitali che svolge l’attività di agenzia in attività finanziaria formata da professionisti del credito, non dev’essere discriminata nel rilascio dei mandati solo perché ritenuta meno controllabile rispetto agli agenti in attività finanziaria persone fisiche. E’ risaputo che il legale rappresentante della società di capitali, ha dovuto affrontare la stessa trafila di un agente persona fisica, e se la società lavora con dei collaboratori, gli stessi sono formati dalla società, ed in caso di condotte scorrette degli stessi la responsabilità ricade sulla società che è punibile al pari di un agente persona fisica, ma le banche continuano a far finta di non saperlo!
Varie ed eventuali
Nell’attesa di un imminente e positivo riscontro porgo Cordiali saluti,
In fede
Raffaele Tafuro
Presidente Assopam